Il seme del cece o Cicer arietinum ricorda appunto la testa di un ariete. È una pianta rustica che non richiede acqua ma teme il freddo: qui ai Melagrani la assecondiamo seminandola a fine inverno e raccogliendola in estate.

È originario dell’Asia Minore, dove viene ancora molto utilizzato (pensate all’hummus e ai falafel) e ben si è adattato qui in Centro Italia, dove riscalda il cuore e lo stomaco in paste e zuppe spesso insieme ad un bel rametto di rosmarino e ad una ricca macinata di pepe nero.
Noi consigliamo un ammollo di almeno 4 ore, seguito da un lavaggio in acqua corrente. Questo passaggio reidrata il seme facilitando la cottura e rende i ceci molto più digeribili.
I ceci vanno poi messi in abbondante acqua fredda, senza sale, ma, se si desidera, con 2 foglie di alloro e portati ad ebollizione a fuoco basso.
Quando bollono aggiungere il sale e cuocere per circa 1 ora in pentola normale e per 25-30 minuti in pentola a pressione. Per aumentare la digeribilità dei ceci è possibile setacciarli con un passa verdure eliminando le bucce.